Blog realizzato in contemporanea al corso di Storia della Tecnologia del prof. Vittorio Marchis presso il Politecnico di Torino

sabato 14 maggio 2011

Origine delle note

Nel Medioevo, a causa della difficoltà nel memorizzare melodie, sempre più lunghe e complesse, sorge il bisogno di annotare sopra il testo dei segni, chiamati "neumi", per aiutare i cantori nell'esecuzione della linea melodica.

Fig.1: Alcuni neumi utilizzati in europa
Gli attuali nomi delle note, in uso ormai in ogni parte del mondo, risalgono al XII sec e sono da attribuirsi a Guido D'arezzo, infatti corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell'inno (fig.2) Ut queant laxis(Clicca per file audio).

                « Ut queant laxis                                                         « Affinche i tuoi servi   
                   Resonare fibris                                                               possano cantare con voci libere
                  Mira gestorum                                                               le meraviglie delle tua azioni,
                  Famuli tuorum                                                               cancella il peccato,
                 Solve polluti                                                                   O Santo giovanni,
                 Labii reatum,                                                                  dalle loro labbra indegne
»
                 Sancte Iohannes »

Nel XVI sec la settima nota riceve il nome definitivo, Si, derivante dalle iniziali di Sancte Iohannes. Successivamente la prima nota Ut viene sostituita dal nome attuale Do, più semplice da pronunciare e derivante da Dominus, Il signore.

Fig.2: Spartito dell'inno Ut quaeant laxis




"Quando si compone della musica, si è all’interno di se stessi"
                                                                 Couture Charlelie

giovedì 12 maggio 2011

Hertz

Come è noto a tutti le corde di una chitarra, di un pianoforte, o di qualsiasi altro strumento a corde, quando messe in vibrazione, producono due nodi all'estremità ed un ventre al centro e lo spazio coperto dalla corda nel suo vibrare verso l'alto e verso il basso vieni chiamato ampiezza della vibrazione (fig.1).
fig.1: esempi di onde
Tali vibrazioni sono chiamate onde stazionarie.
Detto ciò è necessario introdurre l'unità di misura Hertz.
L'Hertz è l'unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza, il cui simbolo è Hz. Un Hertz significa "uno al secondo" per esempio possiamo affermare che un orologio ticchetta a 1Hz.
Il periodo del tempo si trova con T = 1 / f e la frequenza con f = 1 / T.
Tale unità prende il nome dal fisico tedesco Heinrich Rudolph Hertz (1857-94) (fig.2).
fig.2: Henrich Rudolph Hertz

 Alcuni esempi:
  • 20 Hz in acustica è la frequenza minima udibile dall'uomo;
  • 50/60 Hz è la frequenza della normale corrente alternata delle prese elettriche;
  • da 80 a 108 MHz è la frequenza delle trasmissioni radio in FM;
  • 30 PHz è la frequenza dei raggi X.
Per conoscere tutti i multilpi dell'Hertz vi invito a leggere questa pagina di Wikipedia.



 "La musica è il solo passaggio che unisca l'astratto al concreto"
                                                                                         Antonin Artaud

martedì 10 maggio 2011

Organo della cattedrale di Winchester

Con il passare del tempo, fino ad arrivare al X secolo, in Inghilterra e in Germania la tecnica di costruzione degli organi ad aria era molto evoluta. Basti pensare al maestoso organo della cattedrale di Winchester, voluto dal vescovo Elfeg.  

fig.1: Cattedrale di Winchester

Pare che l’organo costruito per la cattedrale di Winchester, nel 950 circa, avesse 400 canne e 26 soffietti. Necessitava due suonatori e 70 uomini per azionare i soffietti. L’organo riscosse un successo incredibile tanto che la Regina Vittoria decise di organizzare una visita privata per ammirarlo.



"Lo scopo e fine ultimo di tutta la musica non dovrebbe essere altro che la gloria di Dio e il ristoro dell'anima"
                                                                               Johann Sebastian Bach

mercoledì 4 maggio 2011

Stampa musicale

Fig.1: Prima pagina del Harmonice Musices Odhecaton, 1501.

La stampa musicale ebbe origine con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg a Magonza nel 1438 e successivamente attraverso l'invenzione di un inventore marchigiano, Ottaviano Petrucci.
Petrucci inventò un sistema complesso chiamato a "triplice impressione" (1490-1495) basato su tre fasi:
  1. la prima fase consisteva nella stampa dei righi musicali;
  2. la seconda prevedeva la stampa delle note e dei vari simboli musicali;
  3. infine si stampavano le parole del testo musicale.
La difficoltà consisteva nel far combaciare perfettamente le tre parti per ottenere un risultato ottimale. Nel 1501 a Venezia fu stampato il primo componimento musicale, il "Harmonice Musices Odhecaton"(fig.1), tradotto "Cento Canzoni di Musica Armonica". In realtà erano presenti 96 chansons a tre e quattro voci composte da Agricola, Antoine Busnois, Josquin Desprez e altri compositori franco-fiamminghi.


"Devi amare per poter suonare." 
                                        Louis Armstrong



lunedì 2 maggio 2011

Organo idraulico

Fig.1: Organo idraulico di Ctesibio secondo la descrizione di Erone di Alessandria
L'organo idraulico (fig.1) è uno strumento antico che produce i suoni per mezzo dell'aria prodotta da un salto d'acqua che aziona un mantice. Il nome idraulico significa azionato ad acqua. La sua invenzione si deve allo scienziato greco, Ctesibio, un ingegnere del periodo ellenistico. Questo fu il primo strumento musicale a tastiera e fu l'antico predecessore del moderno organo a canne.
Il più famoso (clicca per info) organo idraulico è quello di Villa d'Este (fig.2) a Tivoli risalente al XVI sec.
Fig.2: Ninfeo dell'organo idraulico del palazzo del Quirinale.
Per maggiori informazioni e/o curiosità riguardo il funzionamento dell'organo idraulico vi rimando a questo sito e segnalo il seguente libro:

Titolo: Il ripristino dell'organo idraulico del Quirinale;
Autore: Antonio Latanza;
Anno di pubblicazione: 1995;
Editore: Ist. Poligrafico dello Stato.



"I gesti dicono poco; le parole un pò di più; la musica tutto"
                                                                Anonimo